una vita rivolta alla conquista del proprio spazio per affermare il proprio essere

quale opinione avrebbe avuto Antonia Brico rispetto al tema se sia giusto o no chiamare le donne che fanno un mestiere considerato prettamente maschile, perché storicamente e culturalmente appannaggio degli uomini, con termini virati al femminile? non avrebbe avuto dubbi: utilizzare il femminile, poiché il mondo cambia ed è doveroso che le parole accompagnino e sostengano il cambiamento.
Antonia Louisa Brico, olandese emigrata in California nel 1908, è stata la prima donna a essere riconosciuta a livello internazionale come direttrice d’orchestra.

Antonia inizia a suonare il piano a dieci anni, per distrarsi da una fastidiosa abitudine: mangiarsi le unghie. le dita impegnate sui tasti sono un perfetto diversivo.
da un evento apparentemente insignificante, che la stessa Brico racconta nel documentario Antonia: a portrait of a woman diretto da Jill Godmillow nel 1974, inizia la carriera di una donna capace di infrangere il soffitto di vetro nel mondo della musica: diventare direttrice d’orchestra.

per Antonia la strada non è stata facile; come tutti i pionieri, e ancora di più le pioniere, ha dovuto fare i conti con una società, una cultura, una storia che aveva sempre avuto per protagonisti gli uomini e che non contemplava, per il ruolo più ambito e di responsabilità, la presenza di una donna.
dirigere è un ruolo, certo, ma ancor prima è bisogno di rispondere a una voce interiore, che spinge alcune persone a compiere il loro destino, al di là di tutto e tutti.

come all’interno delle aziende, dove imprenditori guidati dalla loro visione, fanno di tutto per portarla avanti, accettando sfide e rischi, fronteggiando paure e cadute, scegliendo ogni giorno con chi condividere sogni e progetti.

Antonia Brico ha diretto alcune tra le più importanti orchestre del mondo, oltre a insegnare pianoforte e direzione d’orchestra. vederla nelle immagini in bianco e nero impugnare la bacchetta e rendere decine di musicisti un cuore unico che batte all’unisono, è ancora oggi una delle immagini più belle della storia della musica. e delle donne.