tutti per uno, uno per tutti

chissà se Alexandre Dumas oggi accetterebbe l’invito a partecipare come relatore a un convegno motivazionale, dove, dietro lauto compenso, gli verrebbe chiesto di spiegare ai partecipanti come si diventa leader di successo. e chissà cosa direbbe alle persone accorse per sentire, e trascrivere sui loro quaderni cartacei o digitali, le dieci regole per diventare leader capaci di cambiare il mondo e ottenere risultati strabilianti.

credo che Dumas non accetterebbe l’invito, così preso a scrivere romanzi e testi per il teatro. per non sembrare scortese però, invierebbe una copia autografata de “i tre moschettieri”, all’interno della quale un tratto di penna avrebbe cura di evidenziare la frase “tutti per uno, uno per tutti”, diventata un motto così caro dai baci perugina fino ai calendari filosofici ma piena di un significato profondo spesso dimenticato.

oggi più che mai non è possibile pensare che l’attività di branding sia relegata alle quattro mura dell’ufficio marketing, all’interno del quale “desperate marketing manager” cercano il modo di mettere in atto strategie incisive in solitaria, come tanti Giovanni Soldini senza vela.

oggi più che mai è chiaro a tutti, o almeno dovrebbe esserlo, che il brand è composto da persone che lavorano insieme per ottenere lo stesso risultato, creando strumenti di comunicazione efficaci, cercando le strategie commerciali più indicate, dedicandosi ai momenti di incontro con il proprio pubblico. ecco che allora il brand necessita di una guida consapevole, una persona, o un gruppo, che abbia una visione chiara e sappia entrare in relazione con gli altri.

se è vero che le aziende, per essere credibili, oggi non debbano solo comunicare ma costruire relazioni umane, allora servono leader che inizino a pensare al vero significato della parola, per prima smettendo di utilizzare un inglesismo che trasmette distacco e freddezza.

guida. essere un leader significa essere una guida. e cosa fa chi pone alla guida? si relaziona, si prende cura di dare vita a legami solidi, non fa calare dall’alto l’autorità ma costruisce l’autorevolezza coinvolgendo le persone direttamente. annusa il presente, dopo aver masticato il passato, per decifrare il futuro ed essere in grado di percorrere la strada giusta, indicando il percorso a chi, quel viaggio, deve intraprenderlo allo stesso modo.

nessuna guida, se vuole lasciare il segno, agisce da sola. ogni guida si deve fare portatrice di valori condivisi e visioni comuni, scintille capaci di accendere il gruppo di persone che compongono l’azienda.

guidare un gruppo di persone attraverso la condivisione di sogni, valori, progetti, idee è il modo migliore per raggiungere gli obiettivi e gestire le risorse interne.