come, e perché, un’azione di rebranding contribuisce a dare nuovo slancio alla marca

proprio come le persone, il brand cresce, evolve, matura. nel farlo, capita che alcuni aspetti si modifichino e in quel caso l’impresa deve essere pronta a prendersi i giusti tempi di riflessione per capire che strada percorrere, cosa sia ancora attuale, cosa non più e quali siano i codici più adeguati e adatti a comunicare il proprio dna in un ambito in continua trasformazione culturale e sociale.

attraverso l’azione di rebranding, una ridefinizione e un rimodellamento di quello che è il brand esistente, è possibile dare vita a una strategia utile a restare competitivi e contemporanei, liberi dagli schemi e dalle cornici del passato, rinnovandosi con la coerenza necessaria a non perdere comunque quanto di buono fatto, e comunicato, fino ad ora.

nel b2b il rebranding è spesso un’azione decisiva ai fini della comunicazione strategica.

se nel b2c il rebranding può essere più rischioso, ci sono casi in cui un’azienda ha presentato il rebranding del marchio salvo poi tornare a quello storico poiché l’innovazione non è piaciuta al suo pubblico, per le imprese del b2b il rebranding rappresenta invece un’opportunità importante. lavorando con le PMI da molti anni, sappiamo di trovarci di fronte ad aziende connotate da una forte impronta famigliare che, evoluta e consolidata negli anni, ha permesso loro di affermarsi nel proprio mercato di riferimento. le generazioni si susseguono e, proprio per seguire questo cambiamento, interno ed esterno, rispetto a un tessuto sociale che muta, fare rebranding consente di acquisire maggiore riconoscibilità, mantenendo salda la credibilità e la solidità acquisite nel tempo.

non solo. in un mercato sempre più concorrenziale e tendente alla saturazione, attraverso un’azione di rebranding è possibile distinguersi e uscire dall’omologazione, ripensando la propria brand identity senza perdere di vista i valori che da sempre contraddistinguono la marca.