e invece, l’ufficio stampa è utile alle aziende del b2c quanto a quelle del b2b



comunicare sempre meglio per coinvolgere e raggiungere sempre più persone in target è l’obiettivo di ogni azienda, che sia b2c o b2b.
per comunicare in modo efficace bisogna considerare numerosi fattori. primo fra tutti, occorre conoscere tutti i mezzi di cui il brand dispone in modo da scegliere, a seconda degli obiettivi prefissati e del target da coinvolgere, quello più adatto.
tra i vari strumenti che si hanno a disposizione l’ufficio stampa è spesso uno dei più trascurati. a torto, si pensa che l’attività di ufficio stampa riguardi solamente i grandi brand del b2c. niente di più sbagliato.
l’ufficio stampa è una brand exprerience molto importante anche nel mondo business to business, poiché aiuta la reputazione di marca a crescere e permette all’impresa di centrare obiettivi a breve e a lungo termine.
la relazione con i mass media permette al brand di arrivare ad un pubblico molto più ampio
l’attività di ufficio stampa, sia che la si curi internamente sia che la si affidi ad un’agenzia esterna, non serve solo a comunicare le azioni del brand e a raccontare le novità ma anche e soprattutto a coltivare il terreno nel quale si forma e cresce la brand awareness.
inoltre, è uno dei mezzi attraverso il quale l’azienda dà vita a relazioni autentiche e durature, in grado di accrescere la sua credibilità e il suo prestigio.
costruire una relazione e una collaborazione con i principali mezzi di comunicazione, stampa, tv, radio, testate online e offline, permette al brand di arrivare a molte più persone.



l’ufficio stampa, come ogni strumento di comunicazione progettato per lavorare al meglio, deve essere organizzato partendo da una chiara strategia di marca in cui vengono definiti i contenuti da veicolare oltre alle persone e agli obiettivi da raggiungere.
la strategia di marca è la bussola che permette al brand di non perdersi nel mondo della comunicazione di massa e delle mode del momento (i famigerati trend).
le notizie che interessano ai media sono quelle notiziabili
sembra banale, ma non lo è. chi la vive dall’interno, crede che molto di quello che la propria azienda pensa, dice e fa interessi anche alle altre persone. non è così. è per questo che nell’arco dell’anno vanno trovate, e comunicate, solo le notizie notiziabili, quelle che, come dice la parola, trasformano un evento in una notizia interessante e di valore per i mass media.
trovata la notizia, bisogna organizzarla all’interno del comunicato stampa. come si scrive un buon comunicato?
se ci si affida a dei professionisti esterni, come possiamo essere noi di cocchi&cocchi, ci pensano loro.
se lo si fa internamente, è importante seguire alcune regole base:

scrivere un titolo breve che sia allo stesso tempo informativo e accattivante (cosa per nulla semplice!);

scrivere un sommario di 3 o 4 righe al massimo che contenga il cuore della notizia e le informazioni utili in modo che il giornalista possa capire subito se la notizia è di suo interesse;

scrivere il corpo del comunicato (non troppo lungo, una cartella è più che sufficiente) che contenga tutte le informazioni relative a: chi, cosa, dove, come, quando e perché;

firmare sempre il comunicato in chiusura e inserire il link alla cartella stampa, nella quale sono state caricate le immagini e il materiale utile che i giornalisti possono scaricare.
l’ufficio stampa che lavora bene crea relazioni durature con i giornalisti
il comunicato stampa che ottiene “successo” non è quello scritto bene. intendiamoci, è ovvio che ogni comunicato stampa debba essere scritto bene. ma non basta. una volta inviato si andrà a sommare alle centinaia di altri comunicati che arrivano alle redazioni. ed è qui che entra in gioco l’ufficio stampa che fa la differenza; quello cioè che si occupa di selezionare un certo numero di giornalisti e di richiamarli uno per uno per sapere se il comunicato è arrivato e accendere l’interesse del giornalista per spingerlo a pubblicare la notizia di cui l’ufficio stampa si fa portavoce.
questa parte, la più impegnativa ma anche quella più soddisfacente, permette di fare la differenza tra una notizia pubblicata e una nemmeno presa in considerazione.
come in tutte le cose, la relazione personale fa spesso la differenza, soprattutto per le aziende del b2b che non sempre possono contare su una forza ed una notorietà di marca che permette loro di smuovere le acque del panorama informativo italiano o estero.
la relazione porta frutti se si basa su:
- empatia
- proprietà di linguaggio
- capacità di sintesi
- eloquenza
- cura
tutte soft skills che aiutano l’azienda a conquistare un posto all’interno del piano editoriale e a garantirsi una continuità di pubblicazione nel corso del tempo.
la cura della relazione è fondamentale perché consente di creare rapporti di fiducia duraturi e profondi. proprio quello che deve fare un brand.