progettare il catalogo come esperienza di marca
sapete qual è la differenza tra pensare di fare solo bulloni e sapere di fare bulloni che serviranno a rendere migliore la vita delle persone nella loro quotidianità e nelle cose che si troveranno a usare?
è la differenza tra un imprenditore che ragiona solo in termini di fatturato e uno che invece ha una visione e la segue, per compiere il suo scopo nel lavoro e nella società.
se partiamo da questo presupposto, è facile capire come un’azienda, per essere autentica, autrice cioè di quello che realizza, debba pensare e dare vita a strumenti di comunicazione che siano vere e proprie brand experience.
e cosa c’è di meglio di un catalogo per parlare davvero di quello che si è, non solo di quello che si fa?
il catalogo non è soltanto un freddo elenco di prodotti e codici.
è trasmissione di valori, obiettivi, emozioni.
è mettere per iscritto la promessa che l’impresa fa ai propri clienti. è dire “ecco, noi siamo così. crediamo in questo. e, proprio perché siamo guidati da questi valori, realizziamo i nostri prodotti in questo modo”.
ecco perché le persone scelgono di affidarsi a un brand piuttosto che a un altro. perché quel brand comunica qualcosa nel quale si riconoscono.
oltre a fare, ovvio, “i bulloni” nel miglior modo possibile.
il catalogo deve basarsi sulla brand identity della marca: colori, font, immagini, parole, infografiche, concorrono a rendere questo strumento, uno strumento distintivo.
i cataloghi non sono tutti uguali. perché le aziende non sono tutte uguali.
il catalogo si guarda, si tocca, si annusa. prende vita nelle mani delle persone.
verba volant, scripta manent, dicevano i latini.
quello che scriviamo resta. ed è il modo migliore per raccontare agli altri come e perché facciamo bulloni.
se avete voglia di guardare in che modo realizziamo i cataloghi per i nostri clienti, qui trovate un esempio concreto.