quando essere leader non coincide con essere primi
prima di salire in quota, fino a quando la temperatura lo consentiva, alcuni bottoni della camicia a quadri erano slacciati, la bandana al collo, il sorriso stampato in volto. a salita intrapresa, stesso sorriso, anche se la fatica si faceva sentire, l’attrezzatura cambiava e il vestiario si adattava a temperature sempre più rigide.
ci sono uomini che fanno la storia partendo dal basso, leader silenziosi di un disegno più grande di loro, per realizzare il quale semplicemente sono nati. Tenzing Norgay è uno di questi. classe 1914, è destinato ad allevare gli yak in alta montagna. potrebbe governare il gregge come da tradizione di famiglia, ma il suo progetto di guida è un altro. a 18 anni raggiunge Darjeeling, in India, per unirsi alle spedizioni britanniche dirette all’Everest.
stabilitosi nel villaggio di Tsoong Soon Busti, si fa notare, pur senza esperienza, nella numerosa comunità sherpa dalla quale vengono scelti i portatori che accompagnano le spedizioni dirette alla conquista delle vette più famose del mondo.
oggi tutti sanno che Norgay, insieme al neozelandese Edmund Hillary, il 29 maggio del 1953 fu il primo a toccare la cima dell’Everest. ma prima di quel traguardo la sua storia racconta vent’anni di scalate, tentativi, fallimenti, compagni di viaggio, ruoli diversi, da semplice portatore a capo delle spedizioni, fino a essere considerato un alpinista a tutti gli effetti, vette mancate, sfiorate, raggiunte. la celebre scalata dell’Everest del 1953 è anche la sintesi della sua vita. una vita trascorsa in montagna, alla guida, ma soprattutto al servizio, di spedizioni straniere che cercavano, come lui, di lasciare un segno nella storia. da buon leader, non è mai stato interessato agli onori. da buon leader, ha sempre messo al primo posto il gruppo, il progetto, l’obiettivo. solo dopo, a conti fatti, ha gestito la gloria. che gli è servita per fare sentire la sua voce e dedicarsi ad attività rivolte alla comunità sherpa, per la formazione e la tutela dei portatori, dirigendo l’Istituto Himalayano di alpinismo di Darjeeling.

il senso del ruolo di leader di Norgay è riassunto in un episodio fondamentale. quando lui e Hillary tornarono dalla conquista dell’Everest, giornalisti e politici innescarono una polemica tesa a sostenere che fosse stato Tenzing l’elemento determinante dell’impresa e che Hillary fosse stato trascinato in cima. i due, legati da un’amicizia profonda, dichiararono di essere arrivati praticamente insieme alla vetta. due anni dopo Tenzing affermò di essere giunto in cima appena dietro a Hillary, semplicemente perché in quel momento toccava al neozelandese “aprire la strada”. le polemiche non avevano senso e lui non si sentiva sminuito. un buon leader non ha bisogno di prendersi la scena, non cerca onori e gloria effimera.