non è vero che le persone non leggono. è che, avendo meno tempo, cercano contenuti pieni, vivi, corretti

la cosa peggiore per un copywriter? sentirsi dire “ma sì dai, basta che tu scriva due cose, non perderci neanche troppo tempo. tanto la gente non legge.”

ci sono ancora persone che lavorano in azienda che credono che scrivere sia semplice. che non necessiti di pianificazione, tempo, studio ed esperienza. perché tanto quello che viene scritto probabilmente non verrà neanche letto, o comunque approfondito. e invece, grazie a Santa Teresa d’Avila, le persone leggono e sono molto più attente di quanto si tende a pensare.

sono cambiate le modalità e i tempi di lettura, questo sì.

sono cambiati i supporti, il digitale è sempre più forte, ma non è cambiata la voglia di approfondire, di cercare contenuti costruiti bene, testi chiari, coinvolgenti, vivi. testi, soprattutto, scritti correttamente.

prendiamo un’azienda che lavora nel b2b e che si trova a dover pianificare tutte le strategie di comunicazione. la parte testuale deve avere l’importanza che merita, perché scrivere brand oriented permette alle imprese di esprimere la propria unicità, attraverso la brand personality e il tone of voice: due elementi che la caratterizzano e la differenziano rispetto ai competitor.

scrivere contenuti orientati alla marca è decisivo. perché permette alle aziende di affermare il proprio carattere unico e autentico.

la comunicazione non passa solo attraverso la parte visiva. trasuda anche dalle parole che vogliamo utilizzare, dai contenuti che decidiamo di condividere, dai termini che scegliamo, preferendoli ad altri meno indicati, meno forti, meno nostri.

parte visiva e parte testuale, insieme, danno vita e voce alla personalità e al tono di voce della marca.

ecco perché non possono essere lasciati ad altri. ecco perché devono essere curati come si cura il proprio prodotto. perché, quel prodotto, lo raccontano, lo descrivono, lo fanno toccare e assaporare ancora prima che venga toccato o assaporato davvero.