quando e perché contano davvero
sfatiamo un mito. anche se togliere quell’aura di incantesimo, che ci riporta alle storie che ci raccontavano i nostri nonni e ai libri che leggevamo di nascosto in soffitta, a volte mette un po’ di tristezza.
è che ci sono falsi miti che proprio non ci piacciono. perché qui non si parla di unicorni, fate e leggende, ma di credenze che ormai sono diventate assiomi. e come tali, non vengono contestati, contestualizzati e approfonditi.
i numeri portano risultati. certo. soprattutto se fai un lavoro che ha a che fare con il cronometro. finale dei 100 metri a Olimpia, pole position a Silverstone, discesa libera sulla Streif a Kitzbuhel; lì i numeri contano, eccome. e non mentono.
ma quando si parla di branding, comunicazione strategica e imprese, quali sono i numeri che contano davvero? gli accessi al sito? le iscrizioni alle newsletter? gli appuntamenti commerciali? le offerte presentate? certo. sulla carta. ma nella vita vera, quei dati non bastano ad aumentare il fatturato e incrementare il proprio business e offrono solo una strada facile, ma non per questo sempre veritiera, per rispondere alle richieste di imprenditori poco lungimiranti e grigi uffici amministrativi: “portami dei numeri, perché i numeri non mentono”!
sapete quando non mentono? quando sono la conseguenza di un processo di posizionamento che coinvolge l’impresa nella sua totalità. quando ogni persona che lavora per l’azienda, dall’imprenditore al team dirigenziale, dal commerciale al magazziniere, concorre a dare vita a quei numeri. vita vera. numeri che giungono solo dopo la definizione del mondo valoriale della marca, attraverso la consapevolezza che le imprese operano nella società, in modo autentico, grazie alla creazione di una brand identity coerente con quel posizionamento, e alla realizzazione di brand experience che siano conseguenza naturale di quel percorso. che non può prescindere dall’investimento di tempo, soldi ed energie.
perché i numeri da soli non bastano. perché i numeri, a volte, restano numeri. freddi, vuoti, inutili.
renderli caldi, vivi, fruttuosi, è l’obiettivo che ogni azienda si dovrebbe porre.
perché prima di arrivare a fare la pole a Silverstone o vincere la medaglia d’oro a Olimpia, c’è un percorso di preparazione, interiore soprattutto, e di lavoro incessante.
un percorso nel quale tutti si devono sentire coinvolti.